5.1 Resistenza in città, in pianura e in collina

Sotto la direzione del Comitato di liberazione le formazioni partigiane operano fin dall’autunno 1943. I compiti principali dei Cln locali sono quelli di assistere e indirizzare il movimento partigiano nonché di allargare e organizzare il consenso dei cittadini verso la resistenza.

Nelle città agiscono le Sap (Squadre di azione patriottica o partigiana), una rete di nuclei armati di partigiani collegata grazie all’operato delle staffette: di giorno operai e contadini, di notte impegnati in attività di sabotaggio e di diffusione di materiale di propaganda contro l’occupazione tedesca.

Le azioni di sabotaggio prevedono: spostare segnaletica stradale, posizionare chiodi nelle strade (1), tagliare fili del telefono, far saltare rotaie, manomettere impianti industriali e le trebbiatrici (2).

La diffusione di manifesti e volantini di propaganda, di riviste clandestine nazionali come “L’Unità” o locali rappresenta uno dei mezzi più efficaci per informare gli abitanti delle campagne e della montagna sullo stato della lotta partigiana e sull’avanzata degli alleati.

Imola

Il Cln è composto da rappresentanti del partito comunista, socialista, repubblicano, della democrazia cristiana e degli anarchici. Il primo segretario del Cln è Francesco Sangiorgi, poi, dal novembre 1943, Ezio Serantoni. Le Sap, coordinate dal Cln, sono organizzate nella zona imolese in tre battaglioni: Pianura, Città e Montano (3). L’ambiente in cui operano è ad alto rischio per la presenza continua dei nazifascisti.

La propaganda antifascista diffonde volantini battuti a macchina o riprodotti con mezzi rudimentali (4, 5). Dal gennaio al novembre 1944 i comunisti imolesi pubblicano “La comune”, prima dattiloscritto, poi ciclostilato in poche decine di copie (6).

Molte sono le azioni quotidiane di lotta e di sabotaggio come quella del 14 settembre 1944 quando il battaglione pianura occupa Sesto Imolese e il presidente del Cln Ezio Serantoni tiene un discorso alla popolazione e quella del 6 ottobre a Ca’ Genasia di Ghiandolino dove rimangono uccisi in uno scontro con i tedeschi i partigiani Rino Ruscello, Marino Dalmonte e la staffetta Elisa Gambassi.

5 Resistenza

5.2 Donne nella resistenza